Il blog di VeM
Emilia-Romagna | Camminare insieme attraverso l’Appennino: il percorso “Arte, memoria, natura ad occhi chiusi”
11 Novembre 2021
A settembre si sono svolti i due cammini accessibili previsti dal progetto “Arte, memoria e natura ad occhi chiusi”, realizzato dall’Associazione La Girobussola e ViaggieMiraggi e sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Dopo mesi di progettazione con gli operatori del territorio, formazione, creazione di strumenti utili ad una restituzione in chiave multisensoriale del percorso, finalmente 12 partecipanti con disabilità visiva provenienti da varie parti di Italia, si sono ritrovati sull’Appennino, per intraprendere 4 giorni alla scoperta della ricchezza del territorio, delle sue storie passate e presenti, dei suoi abitanti. 40 chilometri di cammino, intervallati da visite culturali, con la conduzione di una guida escursionistica esperta e l’accompagnamento del team de La Girobussola.
I partecipanti sono partiti in treno da Bologna in direzione Marzabotto, visitando il Museo Etrusco e la città di Kainua, per poi arrivare, salendo attraverso il Sentiero del Postino, nel Parco di Monte Sole, presso il Rifugio del Poggiolo. Il secondo giorno ha incluso la visita ai luoghi dell’eccidio nazifascista, grazie alla collaborazione con la Scuola di Pace di Montesole, per poi proseguire in cammino fino a Grizzana Morandi, muovendosi tra il crinale della Valle del Reno e del Setta. Il terzo giorno di cammino ha visto l’arrivo a Riola, nella valle del Reno, passando attraverso il Monte Stanco, il borgo di Collina, aggirando l’oasi di Montovolo e includendo una visita allo storico e suggestivo borgo di La Scola. L’ultimo giorno è stato dedicato interamente alla cultura, con la visita guidata all’eccentrica Rocchetta Mattei, e alla vicina chiesa di Santa Maria Assunta, l’unica opera dell’architetto finlandese Alvar Aalto presente in Italia, per poi rientrare in treno verso Bologna.
“Siamo soddisfatti di aver messo in piedi una esperienza di viaggio accessibile e sostenibile che potesse restituire sotto vari aspetti un territorio così sfaccettato. Il percorso ci ha permesso di inerpicarci per gli irti sentieri di staffette partigiane, così come per boschi di antichi castagni e salici, circondate da ricurvi carpini e odoroso elicriso. Abbiamo conosciuto gli abitanti dell’Appennino, gli anziani resistenti e i giovani che ripopolano i borghi, fra il raccoglimento di comunità monastiche e il brusio di paesi isolati che la bella stagione non ha ancora mandato in letargo. Ci siamo mossi tra le pietre di villaggi cancellati a volte dal tempo e dalle migrazioni, a volte dalla barbarie nazifascista; ma anche tra quelle che, a tanti secoli di distanza, continuano indisturbate ad ospitare la vita umana (e non), per quanto ridimensionata. Abbiamo compreso la ricchezza geologica, botanica e faunistica di un territorio antichissimo eppure giovane, riflettuto sulla precarietà di tutta questa meraviglia, minacciata da cambiamenti climatici rapidissimi” hanno dichiarato i progettatori di La Girobussola.
I partecipanti si sono dimostrati interessati, entusiasti, curiosi e tenaci. 4 giorni significativi, pieni di incontri, profumi, buon cibo, suoni e risa ma anche silenzio e qualche lacrima. Perché camminare è conoscere il territorio, gli altri, ma anche se stessi.
Un grazie particolare agli operatori del territorio che hanno permesso di collaborare alla realizzazione del cammino. Non solo quelli già citati, ma anche ristoratori, strutture ricettive, abitanti dei borghi che hanno riempito le borracce dei partecipanti, dato informazioni, hanno accolto con curiosità e apertura. Speriamo il prossimo anno di poter proporre questa esperienza a più persone.
Vi rilasciamo qui la testimonianza di due partecipanti al cammino, Martina ed Elisa.
“L’esperienza di trekking è stata per me molto significativa. Oltre ad aver conosciuto una realtà totalmente nuova, dato che era il mio primo trekking organizzato di più giorni, ho imparato anche molte cose su di me e su un territorio fino ad ora sconosciuto. La prima soddisfazione che ho avuto è stata relativa alla messa alla prova delle mie capacità fisiche, di resistenza e di adattamento. Temevo di non riuscire a farcela, ma mi sono scoperta appassionata sia dalle lunghe passeggiate immersa nella natura, che tra i vari paesi che abbiamo visitato, soprattutto perché ero in buona compagnia. La condivisione di spazi e di fatiche con gli altri partecipanti, ci hanno fatto avvicinare subito come gruppo fin dal primo giorno, supportati anche da una bella squadra di guide e accompagnatori, che a mio avviso hanno organizzato un percorso ricco di elementi interessanti, sia dal punto di vista culturale e storico, che naturalistico. Grazie alla nostra guida abbiamo toccato e riconosciuto diversi tipi di rocce, approfondito fenomeni di sedimentazione, la conoscenza di piante e gli animali (dei quali abbiamo rinvenuto solo alcune tracce); ci hanno spiegato anche gli elementi culturali del territorio, caratterizzati da simboli, statue, architetture incontrate lungo il percorso. L’esperienza più toccante per me è stata quando siamo arrivati nei pressi di Marzabotto, un luogo indubbiamente ricco di storia; quella arcaica, dove abbiamo visitato il parco archeologico di Kainua, luogo di incontro tra il mondo villanoviano e l’Etruria, e quella moderna, relativa ai tristi eventi accaduti durante il periodo della resistenza partigiana e della Repubblica di Salò.
A Monte Sole abbiamo conosciuto la realtà della Scuola di Pace, visitato i luoghi della resistenza e i ruderi delle case delle vittime di quel periodo. Non dimenticherò mai quell’esperienza così intensa tanto da farmi commuovere, nel cimitero di Casaglia, dove le guide ci hanno letto alcune testimonianze relative al giorno del massacro di civili avvenuto in quell’area; poi la visita al convento di Frati Dossetiani, che con i canti gregoriani ci hanno trasmesso tutta la loro spiritualità.
Oltre all’itinerario, un altro aspetto che mi ha colpito molto di questo viaggio, è stata senza dubbio la professionalità e l’approccio inclusivo che le guide hanno assunto, sia nella progettazione che durante il cammino stesso. Ci hanno fornito mappe tattili non solo dei luoghi visitati, ma anche relative al panorama paesaggistico, corredate da ampie descrizioni di ciò che ci circondava; ci hanno dato la possibilità di entrare all’interno di aree archeologiche uniche dove poter toccare e immaginare così la vita in altre epoche; hanno fornito dei menu in braille in ogni posto in cui ci fermavamo a dormire e a mangiare; la capacità che hanno avuto di essere sempre presenti senza ostacolare l’autonomia di ciascuno di noi e infine lo sforzo continuo nel cercare sempre altri canali d’informazione oltre la vista: un’eco del suono dalla valle, un sasso che rotola in discesa, il rumore del fiume Reno o semplicemente il toccare diversi elementi naturali.
Insomma è stato un vero e proprio trekking inclusivo, che consiglierei a tutti di provare, anche a chi come me all’inizio, è un po’ scettico perché non dotato di un particolare allenamento fisico e/o sportivo. Certo la fatica un po’ c’è stata, ma niente in confronto alla suggestione di quei luoghi e al divertimento nel visitarli insieme a loro!”
“Oggi è il 16 settembre 2021. Sono passate quasi due settimane dal trekking organizzato, e mi sono rimaste addosso molte sensazioni, molte emozioni, che sono felice di aver provato. Consiglio il trekking per la disponibilità delle guide. Molto concreto. Io sentivo il profumo e la guida mi diceva a che pianta, roccia, arbusto o fiore corrispondeva.
Abbiamo potuto toccare molte statue, rocce, colonne, uova funebri: ciascun oggetto con spiegazione, parole, cornici preziose per concedere altri sensi, significati. Ho apprezzato molto il rispetto dei tempi non rigidi, ma al contrario liquidi e rilassati che permettono di godere con tranquillità le esperienze numerose. Siamo stati attorniati dalla storia antica e recente, da simboli celtici, da parole longobarde, bizantine e romane, etrusche, da domande eterne, e da pavoni bianchi, che ci hanno risuonato durante tutto il viaggio. Ho scoperto luoghi meno vicini di quel che pensavo, e da têtes coupés, piccole teste beneauguranti scolpite nei capitelli, arrivate da molto lontano. Insomma, è stato bellissimo!”