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Il blog di VeM

Lungo il Danubio: la Serbia rurale

Serbia | Lungo il Danubio: la Serbia rurale

10 Gennaio 2020

L’esperienza e le riflessioni di Giovanni Vale, giornalista friulano e corrispondente da Zagabria per la testata giornalistica on line Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, sul viaggio lungo il Danubio e la Serbia rurale che abbiamo organizzato con Confluenze.

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È il nostro quinto giorno di viaggio. Dopo aver attraversato la Voivodina e visitato Belgrado, ci troviamo ora nel bel mezzo della Serbia, a Gledić, a metà strada da Kragujevac e Valjevo. Per arrivare fin qui, ci sono voluti tre mezzi di trasporto: prima il nostro battello, con cui stiamo scendendo il Danubio, poi l’autobus e infine la jeep, per salire fino alla località di Rakija, sperduta tra i frutteti. Qui, si trova il presidio Slow Food «Crvena Ranka», che produce la rinomata «rakija iz Rakije», ovvero la grappa (rakija) di Rakija, utilizzando le prugne della varietà autoctona «Crvena Ranka».

La Voivodina con le sue minoranze, il confine imperiale e le storie dei sajkaši sembrano ormai lontani anni luce, così come la capitale, Belgrado, e le vicende del Novecento. Un livello dopo l’altro, stiamo esplorando l’identità serba e siamo ora arrivati nella sua parte più rurale, forse più intima. Si tratta di un’area e di paesaggi che anche i viaggiatori che già conoscono i Balcani scoprono spesso per la prima volta. Non capita tutti i giorni di essere in una frazione di Gledić. Ma il senso di smarrimento che spiazza molti di noi fa parte del viaggio e serve a mostrare un aspetto fondamentale di questo paese.

“Veniamo qui, perché i Balcani sono una terra soprattutto agricola e nella quale i contadini fanno sempre più fatica, schiacciati da un lato dalla grande distribuzione e dimenticati dall’altro dallo stato e dall’Europa. Venire qui, significa anche dare sostegno ai piccoli produttori locali”, spiega Eugenio Berra, coordinatore di Viaggi e Miraggi per i Balcani e tra i principali ideatori del viaggio lungo il Danubio. “Tutta la Serbia è rurale, compresa la capitale che rappresenta una vera e propria metropoli agricola”, gli fa eco Mirjana Ostojić, responsabile del convivium Slow Food di Dorćol a Belgrado e seconda organizzatrice.

Mentre la Danijela Orkestar suona, sfilano tra le tavolate le prelibatezze della gastronomia locale, accompagnate dalla Crvena Ranka. “Può sembrare banale, ma portare un gruppo di viaggiatori curiosi e che sanno apprezzare le ricchezze di questi luoghi è il modo migliore per dare fiducia agli agricoltori – riprende Eugenio – fa loro capire che quello che fanno ha un valore e che in questi luoghi può esserci un futuro”. Lungo la strada che ci ha portato a Gledić e poi a Rakija, abbiamo visto molte case abbandonate, un’immagine ricorrente nei paesaggi rurali dei Balcani. In questo contesto, il fatto che la famiglia Veljović sia rimasta ed abbia ripreso a produrre grappa 15 anni fa è un piccolo miracolo.

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Leggi l’articolo completo sul sito di OBC Transeuropa.

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