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Il blog di VeM

Questa è la nostra terra: racconto di un viaggio in Palestina / Parte 1

Palestina | Questa è la nostra terra: racconto di un viaggio in Palestina / Parte 1

22 Novembre 2017

Il racconto del nostro viaggiatore Piero Maderna, in viaggio in Palestina insieme a Radio Popolare e Vento di Terra, attraversando città, villaggi, campi profughi, paesaggi desertici aspri e affascinanti. Riportiamo qui qualche stralcio della prima parte del suo racconto a tappe e vi invitiamo a leggerlo tutto sul suo blog “Macondo Express”

Prologo

La Palestina. Da quant’è che non ne sentivate parlare? Dite la verità. Quando raccontavo a qualcuno di questo viaggio che stavo per fare, mi son sentito più volte dire: “Ma in che senso vai in Palestina? Ma esiste la Palestina?”.
“Bella domanda” – Rispondevo io. Dovrebbe esistere, almeno come entità realmente autonoma se non come stato indipendente. Ci sono fior di accordi internazionali in tal senso, ampiamente disattesi. Ma no, in effetti forse di fatto non esiste. Anche a livello mediatico. […]

Si parte

Di Venere e di Marte, non ci si sposa e non si parte. Mi pare che dica questo, grosso modo, la saggezza popolare. Ecco, non solo oggi è martedì, ed è il 17, ma siamo pure in 17. Sì, perché al gruppo di 15 ascoltatori e viaggiatori, parecchi dei quali seriali, si aggiungono Claudio Agostoni per Radio Popolare, direttore dei programmi, conduttore di Onde Road e deus ex machina di tutti i viaggi targati RP, e Serena Baldini, di Vento di Terra, la piccola ma valorosa ONG che ci accompagna e ci guida, della quale visiteremo numerosi progetti. E, come se non bastasse… il gate di partenza è il 17! […]

La città vecchia di Gerusalemme e le tre vite di Suad

Detto fatto. Ci alziamo presto e, dopo colazione, alle 8 (minuto più, minuto meno) siamo già pronti per prendere il pullmino che ci porterà alle porte della Spianata delle Moschee, il luogo simbolo di Gerusalemme, anzi un concentrato di luoghi simbolo. Spianata delle Moschee per gli arabi, per gli israeliani è il Monte del Tempio. Fin dalla toponomastica, le divisioni sono palesi. Secondo la tradizione ebraica, una parte del muro che oggi circonda la spianata è tutto ciò che è rimasto del Tempio di Erode, il secondo grande tempio ebraico, distrutto dai romani nel 70 d.C. (il primo, quello di Salomone, fu distrutto dai babilonesi nel 586 a.C.). Ed è quello il Muro del Pianto dove gli ebrei, ancora oggi, pregando piangono la distruzione del tempio. Gli accessi all’area sono naturalmente separati, quello alla spianata riservato agli arabi e ai musulmani in genere, quello al Muro del Pianto riservato agli ebrei. […]

Briefing all’OCHA, la prima scuola, i primi incontri ravvicinati con il muro e… la più fotografata di Qalqiliya

[…]  Oggi la giornata è densa di appuntamenti. Il primo è con un rappresentante dell’OCHA, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa, qui in Palestina, del coordinamento degli affari umanitari. Servirà per farci avere un quadro un po’ più preciso e completo, per quello che si può fare in un paio d’ore, degli enormi problemi di cui soffrono gli abitanti dei territori occupati. Si tratta di un appuntamento atteso dal gruppo, anche perché molti sentono il bisogno di avere qualche strumento in più per capire una realtà così complessa. […] Al termine dell’incontro facciamo un po’ di decompressione nell’atrio della sala riunioni e ne approfittiamo per prendere un po’ di mappe tematiche e del tanto materiale informativo che OCHA mette a disposizione.
Insomma, usciamo dall’incontro che ne sappiamo sicuramente di più, e con il dolore per queste profonde ingiustizie che continuano ad essere perpetrate che comincia a montare. […]

La scuola di Ramadin al Janubi

[…]  I bambini, che sono in classi da 6 a 15 alunni, 60% maschi e 40% femmine, ci accolgono festosi anche se un po’ intimiditi da tanta attenzione e da questa “invasione”, anche se decisamente più pacifica di quelle a cui sono abituati.
Facciamo un giro completo accompagnati dalla direttrice Sayf (che in arabo significa estate), e poi ci sediamo in cerchio nel cortile della scuola per l’ormai classico caffè di benvenuto e per un breve giro di domande e curiosità. La direttrice ad esempio ci informa, orgogliosa, che le bambine studiano più dei maschi, a volte fino all’università. […]

San Giorgio sulla rupe, ospitalità beduina e la casa di Serena al di là del muro

[…]  La nostra meta è il monastero di San Giorgio, che riusciamo a raggiungere nonostante i numeri, ormai consueti, di Walid. Non ci vuole proprio stare, a farsi guidare da Serena.
O meglio, raggiungiamo un parcheggio dove lasciare il pullmino. E da qui parte il sentiero per il monastero, che dopo le prime curve cominciamo a vedere in lontananza incastonato nella roccia. Il sentiero è ampio, praticamente una mulattiera. E infatti asini e muli sono presenti, abbastanza in forze. Certo, ormai sono ridotti ad attrazione turistica. Pochi li prendono davvero come mezzi di trasporto. Per quanto, c’è da dire che all’andata il percorso è in discesa, ma al ritorno sarà in salita. E con questo caldo forse… ci si potrebbe fare un pensierino. […]

[Continua … ]

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