Skip to main content

Il blog di VeM

Turismo responsabile e accessibile: un progetto per favorire la piena inclusione sociale

Turismo responsabile e accessibile: un progetto per favorire la piena inclusione sociale

4 Marzo 2021

Un articolo a cura di Valentina Nargino

Valentina Nargino

Un’esperienza di turismo dolce tra natura, memoria e arte. Grazie al contributo della Chiesa Valdese e insieme ai nostri partner Girobussola stiamo realizzando un progetto per rendere fruibile a persone con disabilità visiva e ai loro accompagnatori un cammino nell’Appennino bolognese.

Potete parlarci del contesto di intervento e del cammino in cui si inserisce il progetto?

La nostra Associazione è nata a Bologna nel 2013 e da allora ci occupiamo con costanza di favorire l’accessibilità al patrimonio culturale a persone con disabilità visiva. La nostra mission si declina in vari interventi, in cui negli anni ci siamo distinti soprattutto per l’organizzazione in Italia e nel mondo di viaggi accessibili e responsabili, consapevoli dell’importanza del diritto di viaggiare e scoprire e con l’idea di voler offrire esperienze di valore che potessero essere fruibili appieno da per ipo e non vedenti.

Siamo partiti con la realizzazione dei nostri interventi ed esperienze da Bologna, e ci piaceva riprendere proprio dall’Appennino per il primo progetto di cammino in natura con ViaggieMiraggi, nella cui rete siamo entrati nel 2020.

Abbiano inoltre scelto un’area, quella appunto delle prime alture dell’Appennino, che unisce al valore naturalistico rimandi alla memoria storica, a riflessioni sull’impegno civile, alle suggestioni di arte e architettura. Il progetto, che si svilupperà nell’arco di tutto il 2021, mira alla creazione di un cammino accessibile alle persone con disabilità visiva nella zona compresa tra Marzabotto, 40 chilometri per 4 tappe complessive.

Il progetto rientra a pieno nell’idea rendere ancora più chiaro il collegamento tra turismo responsabile e accessibile. Nasce in un anno e contesto esterno ovviamente molto particolari. Il 2020 ha visto una riduzione della mobilità generale, e questo è tanto più vero per persone con disabilità visiva, laddove elementi come conoscitivi quali il tatto e il contatto sono stati fortemente penalizzati.

Siamo felici con il nostro intervento, e dovute accortezze, di poter contribuire a portare strumenti ed esperienze che possano favorire una ripartenza e rimodulazione in un’ottica sempre più inclusiva.

In che modo verrà coinvolto il territorio di riferimento?

A vari livelli e costantemente. In questa prima fase, dove stiamo operando una ricerca degli stimoli multisensoriali da inserire, gli operatori verranno coinvolti nella definizione e selezione delle tipicità del territorio, culturali e naturalistiche.

Ci sarà poi un momento dedicato alla formazione vera e propria degli operatori turistici locali (delle strutture museali, della ricettività, esercenti, guide escursionistiche e accompagnatori); in questi corsi si tratteranno parti più teoriche sull’universo cognitivo-percettivo delle persone con disabilità visiva, ma anche buone pratiche di accoglienza, accompagnamento, mediazione culturale. L’idea è quindi dare strumenti conoscitivi, ma anche pratichi per rispondere in modo più adeguato alle esigenze di persone con disabilità visiva. Realizzeremo, ad esempio, menù in braille e mappe per ristoranti e alberghi, doteremo le Pro Loco e gli uffici turistici del kit che creeremo per permettere esplorazioni anche individuali.

C’è poi tutta la parte della comunicazione, che mirerà ad informare l’area e gli operatori sul lavoro che stiamo svolgendo, per creare sensibilizzazione e conoscenza sul tema. Il nostro intervento mira a rendere autonomo il territorio, aiutando a sviluppare un “contesto di accessibilità” insieme al nostro supporto e alla esperienza pratica che nella realizzazione dei due viaggi pilota.

Speriamo che questo intervento possa accendere ancora di più la consapevolezza del territorio e delle persone coinvolte a vari livelli sul dovere di organizzarsi per accogliere e rispondere a bisogni specifici. Avere un approccio accessibile e un’attenzione ad una fruizione allargata beneficia la cittadinanza e tutti i tipi di viaggiatori.

Durante il progetto verranno mappati gli aspetti multisensoriali (tattili, uditivi e olfattivi) del cammino. Quale sarà la metodologia utilizzata?

Stiamo formando un team di lavoro che lavorerà sulla ricerca e selezione degli stimoli a cui faremo riferimento; in questo lavoro sono coinvolti i nostri soci ipo e non vedenti, una guida escursionistica, e sarà imprescindibile il relazionarsi con gli operatori turistici locali (guide, operatori museali).

Ovviamente gli stimoli tattili, uditivi e olfattivi dovranno partire dalla specificità del territorio, dalle tematiche che si vogliono affrontare. Questo momento di ricerca porterà alla seconda fase di realizzazione di materiale di supporto, importante per integrare l’immaginazione del viaggiatore; un vero e proprio kit, che useremo durante il viaggio e che distribuiremo poi agli operatori turistici del territorio, per permettere poi anche a persone non inserite in viaggi organizzati di beneficiare del “pacchetto”.

Ad esempio verranno realizzate mappe tattili con tecnica Minolta che riguarderanno la geografia del percorso, la forma delle foglie della flora presente, impronte di animali, ma anche emergenze architettoniche del territorio. Verranno prodotte registrazioni audio, documenti della tradizione orale come canti, detti, proverbi, e poi, suoni di animali, utili proprio per integrare la conoscenza. Inoltre, ci doteremo di reperti con cui sarà importante che i viaggiatori entrino in contatto ma che potrebbero non essere sempre disponibili, ad esempio pigne, foglie, minerali particolari, cortecce, gusci.

Quante barriere (non solo fisiche) si trova ad affrontare una persona non vedente che volesse intraprendere un viaggio a piedi?

Innanzitutto è importante lavorare sulle barriere comunicative; tutto deve passare da una chiara e aperta comunicazione, ad esempio sul sentiero, sui dislivelli, le strutture ricettive che accoglieranno durante le varie tappe, ma anche sulle modalità di raggiungimento dell’inizio del cammino. Questo, insieme alla parte organizzativa, è un aspetto che in Associazione abbiamo sempre cercato di curare molto, in modo da permettere alle persone di avere tutti gli elementi per valutare autonomamente l’interesse o meno, la fattibilità.

Poi vi è tutta la parte fondamentale dedicata all’accompagnamento, ovvero al “ma a chi mi affido? chi mi accompagnerà? Sarà la guida preparata per riuscire a restituire una esperienza in grado di valorizzare gli stimoli multisensoriali?” Questo discorso può valere sia per le guide escursionistiche, o in altri casi storico artistiche, sia anche per gli accompagnatori veri e propri. Essere guidati da persone non formate o attente può influire negativamente sul valore del viaggio e dei singoli elementi.

Con la nostra Associazione infatti fin dall’inizio abbiamo puntato sulla figura del mediatore-accompagnatore, una persona attenta, debitamente formata, in grado di offrire al viaggiatore la possibilità di una completa esplorazione accessibile, supportandolo a sfruttare al meglio illustrazioni verbali, occasioni di incontro e interazione con i luoghi. Crediamo che questo sia un servizio molto importante per chi ne fa richiesta,  dà la possibilità ai viaggiatori con disabilità visiva di partecipare come e quando vogliono, in totale autonomia rispetto ad altri eventuali condizionamenti. Abbiamo riportato questo modus operandi nel progetto, quindi ci occuperemo della formazione di guide e accompagnatori locali.

Secondo la vostra esperienza, il mondo dei viaggi ha davanti una lunga strada per diventare davvero inclusivo?

Quando abbiamo cominciato le nostre attività, nel 2013, siamo stati i primi in Italia ad offrire un certo tipo di esperienze così dedicate, attente e professionali. Negli anni sicuramente vi è stato un aumento della sensibilità pubblica riguardo a questi temi, con la nascita di protocolli, sinergie, percorsi accessibili.

Dobbiamo considerare che il viaggio è composto da tanti elementi, quindi per lavorare davvero in termini di accessibilità e inclusione è necessario operare in sinergia con vari fornitori di servizi e professionisti, integrando tutte le varie componenti.

E’ fondamentale continuare a fare comunicazione, sensibilizzazione e formazione, per far sì che sempre più operatori si rendano conto della necessità di rispondere in maniera coerente e preparata ai bisogni, capire quali e che strumenti adottare.  Bisogna lavorare inoltre ancora di più in ottica di collaborazione e coinvolgimento delle varie realtà che si occupano di accessibilità. C’è ancora troppa competizione e frammentazione, per quello che dovrebbe essere un tema e mission della comunità civile.

Molto spesso esistono belle esperienze accessibili che, se non sono inserite in un contesto che ne garantisce davvero la partecipazione, diventano un po’ come cattedrali nel deserto. Va bene ovviamente lavorare su standard qualitativi di accoglienza, percorsi, ma poi bisogna essere in grado di mettere in relazione le persone con quelle esperienze, facilitare l’interazione con quelle, altrimenti è come aver lavorato a metà.
Dunque sì, c’è ancora strada da fare! Certo i musei si allineano ancora in grande maggioranza sul “vietato toccare”, ci sono hotel che spesso non accettano i cani-guida, ma riceviamo quasi quotidianamente buone notizie che ci fanno ben sperare, e anche noi ci mettiamo del nostro!

Turismo responsabile vuol dire anche turismo accessibile?

Il turismo accessibile promuove azioni in modo che tutti possano godere appieno della possibilità di viaggiare, alloggiare, prendere parte ad eventi e situazioni, in condizioni di autonomia, sicurezza e confort. Gli interventi per rendere possibili queste azioni hanno ricadute positive sulla cittadinanza in generale, non solo sui viaggiatori, e all’interno dei luoghi in cui si inseriscono. Per questo il turismo accessibile si inserisce appieno negli obiettivi del truismo responsabile; entrambi promuovono un approccio all’attenzione, alla crescita e rispetto incontro consapevole tra le persone e i territori.