Viaggio in Libano, tour zaino in spalla
- A partire da €1250
- 8 giorni
Gradualmente rientrato nel radar delle rotte turistiche, il Libano è uno scrigno di natura e storia a poche ore di volo dall’Italia. Sul blu del Mediterraneo si affacciano città storiche come Tiro e Sidone, ma anche l’effervescente Beirut, araba fenice (e fenicia) più volte caduta e risollevatasi. Nell’entroterra montano, invece, sono incastonati i villaggi di Beiteddine e Deir al Qamar e verdeggiano i cedri, alberi simbolo di un Paese tanto tormentato quanto affascinante nella sua eterogeneità.
Libano: qual è il periodo migliore per viaggiare?
Il nostro tour in Libano si pone come obiettivo tanto la conoscenza dei luoghi più rappresentativi dal punto di vista classicamente turistico quanto il contatto con una società civile effervescente.
Nell’ultimo decennio, il Paese dei cedri si è trovato ad affrontare un inanellarsi di crisi che ne hanno stravolto i connotati economici, politici e sociali. Nel corso del viaggio incontreremo organizzazioni e individui che affrontano le sfide cui il Libano li sottopone quotidianamente: dalla carenza di servizi in quartieri della capitale che l’esplosione del 4 agosto 2020 al porto ha messo in ginocchio alla difficile situazione dei profughi siriani sospesi tra il miraggio del ritorno in patria e la privazione dei diritti fondamentali subita nel Paese ospitante.
Quanto agli alloggi, il soggiorno in alcuni conventi ci permetterà sicuramente di acquisire un’ulteriore lente interpretativa per leggere la sfaccettata realtà di un Paese che ha nella varietà religiosa – 18 le fedi legalmente riconosciute – una fonte inesauribile sia di ricchezza che di conflitto.
“Chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo”. Nell’immaginario comune, il Libano è un Paese oscillante tra i fantasmi di una lunga guerra civile e gli echi sbiaditi di una prosperità cui si deve l’etichetta- solo parzialmente aderente alla realtà di un’ipotetica età dell’oro- di “Svizzera del Medio Oriente”.
Tanto oggi quanto ieri, però, il Paese dei cedri è un territorio di sorprendente eterogeneità. Cristiani, musulmani e quel che sta in mezzo convivono su un territorio grande all’incirca quanto l’Abruzzo e stretto tra il Mediterraneo e le montagne, tra Israele e la Siria, tra equilibri precari e tensioni in agguato. Convivono in un’area che ha visto fiorire la civiltà fenicia, sentito la voce celestiale di Fairuz, gustato una delle cucine più interessanti al mondo.
I maggiori centri urbani del Libano si concentrano sulla costa, a testimonianza della storia di un Paese che ha trovato il proprio destino nel mare. Abili marinai erano i fenici, fondatori di scali portuali in tutto il bacino di quello che gli antichi romani chiamarono poi mare nostrum. E vestigia della storia stratificata di questo piccolo Paese sono appunto da rinvenire nei siti archeologici di Tiro e nei suq di Sidone, in quelle crociate di Tripoli e nelle cicatrici urbane scavate nella carne della capitale Beirut.
Sunniti, maroniti, sciiti, drusi, armeni, ortodossi: questi sono solo alcuni dei credenti che si possono incontrare in Libano. L’eterogeneità delle fedi può essere indicata alternativamente come esempio di convivenza religiosa e ragione di tensione, ma certamente concorre alla creazione di una realtà di grande ricchezza e varietà culturale. Lungo il nostro cammino incontreremo tanto chiese quanto moschee a ricordarci costantemente di quanto composito sia il Libano.
I libanesi sono abituati a fare di necessità virtù. Costretti loro malgrado ad affrontare molte difficoltà e crisi nella loro storia, la cittadinanza è sempre più attiva a far valere le proprie istanze di fronte alle autorità e nel sopperire alle carenze dello Stato. Che si tratti delle proteste del 2019 o di assistenza ai profughi siriani, la voce dei libanesi – soprattutto delle nuove generazioni – si fa sempre più sentire.