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Cile: cibo e cultura

Popolazione, storia e economia

Il Cile è un paese multietnico anche se questa grande differenza di popolazioni non si rispecchia nell’ordinamento dello stato: la classe dirigente e leggi definiscono uno stato accentratore dove prevale la cultura “occidentale” imposta prima dai colonizzatori spagnoli e poi da quella parte di popolazione di origine europea emigrata dal 1800 fino alla fine della seconda guerra mondiale. Questa “popolazione bianca” costituisce la classe culturalmente, economicamente e politicamente dominante anche se ci sono stati vari tentativi di poco successo di rispettare la multiculturalità di questo paese. La storia recente è dominata dal colpo di stato militare del 1973 quando il generale Pinochet assaltò il palazzo del Presidente Allende rimanendo al potere fino al 1990. Questo lunghissimo periodo di dittatura militare fu caratterizzato in un primo momento da una cruenta repressione di ogni tipo di opposizione e poi da politiche economiche di stampo liberarle imposte dagli Stati Uniti d’America. Il carattere militaresco domina ancora oggi la cultura cilena, dove la burocrazia e “los Carabineros” sono onnipresenti e il rispetto delle regole, almeno da parte delle istituzioni e dal popolo, è capillare e a volte irrazionale. Lo sviluppo economico cileno si è basato sullo sfruttamento e privatizzazione delle risorse naturali inclusa l’acqua!!! Di fatto oggi il Cile è il paese con il reddito pro-capite più alto dell’America latina e il costo della vita è di conseguenza elevato. I prezzi sono equiparabili a quelli europei e nelle zone turistiche della Patagonia sono facilmente superiori.

Spesso gli standard degli hotel e dei ristoranti sono addirittura inferiori a parità di prezzo dei nostri. Molte costruzioni sono di materiale precario e spesso le finestre delle stanze degli hotel si affacciano in corridoi interni alla struttura, i pavimenti sono con moquette e le pareti di cartone! La connessione internet e wifi è capillarmente diffusa in ogni centro abitato. L’elettricità è a 220 e le prese elettriche sono uguali a quelle italiane, peró spesso senza la terra.

Il cibo in Cile

Vista la conformazione del territorio e l’eterogeneità delle popolazioni e dei climi il cibo è determinato dalla regione: al Nord prevalgono le pietanze a base di mais, patate, carne e ortaggi locali. Nel centro il vino è protagonista di qualità e diversità. Dalla popolazione mapuche dell’isola di Chiloé viene il Curanto un metodo di cuocere il cibo in una buca riempita di pietre caldissime, dove si adagia il cibo ricoperto poi di foglie di “pangue”: vengono cotti insieme enormi frutti di mare, patate, carne, salsicce. In Patagonia predomina l’agnello e la carne alla brace. Sulla costa abbonda il pesce e i crostacei serviti a volte come “ceviche” (pesce crudo cotto nel limone). I dolci sono molto dolci, con la prevalenza una crema di latte e zucchero chiamata “manjar”, millefoglie e meringa. Il coriandolo detto “cilantro” usato per insaporite bolliti sia di mare che di terra è onnipresente nelle preparazioni dei cibi. Una particolarità: il “merkén” polvere di peperoncino affumicato, esclusivo della cucina mapuche. Le “empanadas”, calzoni monoporzione riempiti di carne, verdura, pesce etc. si trovano in tutto il paese.

E’ facile trovare frutta fresca e verdura, in particolare l’avocado con il quale viene fatta una specie di crema con limone e pomodoro e usata tipo maionese. Come salsa anch’essa sempre presente ricordiamo il “pebre” a base di coriandolo, prezzemolo, cipolla bianca e pomodoro fresco a tocchetti, peperoncino il tutto in una salamoia da mettere sul pane e per ulteriormente condire i vari piatti.

Cile: cibo e cultura