Tunisia » Turismo responsabile
Il viaggio di turismo responsabile in Tunisia nasce dalla collaborazione di ViaggieMiraggi con l’Associazione Voce Nuova Tunisia di Parma, formata da tanti tunisini e tunisine residenti in Italia, che grazie al percorso intrapreso dalla Diaspora marocchina verso la migrazione per lo sviluppo a favore dei villaggi di provenienza, ha deciso ugualmente di impegnarsi per lo sviluppo rurale della Tunisia, favorendo i micro progetti dell’imprenditoria collettiva femminile e giovanile.
Vi accompagneremo nelle famiglie dei territori e nelle case delle donne che da anni si ingegnano in diversi settori dell’economia solidale: dalla produzione di artigianato tradizionale con le foglie di palma, i tappeti, la bigiotteria con l’ambra nera profumata ed il riciclo, alla produzione di specialità agroalimentari come l’olio di lentisco (rinomato anche nella cosmesi), i derivati dalla noce di dattero, le erbe aromatiche, l’harissa e tanti altri.
A Jendouba saremo in aperta campagna, con un gruppo di famiglie agricoltrici, della piccola economia di sussistenza agricola, in cui le donne hanno creato una piccola attività di raccolta ed estrazione dell’olio di lentisco, questo arbusto mediterraneo portentoso per i suoi tanti benefici, sia per usi alimentari che cosmetici, utilizzato fin dall’antichità.
A Monastir, un’associazione di giovani impegnati nella messa in rete di piccole attività artigianali della regione, ci porterà a scoprire questi piccoli angoli familiari, tra produzioni alimentari come l’harissa, la salsa piccante più conosciuta al mondo, i cestini in vimini, i vasi in terracotta fatti proprio dalle donne in maniera artigianale, il caffé speziato, i cereali tostati che danno vita alla “psisa” un’energetico naturale, e la bigiotteria di ambra profumata.
A Gabes, un gruppo di donne ci presenterà il lavoro minuzioso della ricerca sulle erbe medicinali ed aromatiche, ed il loro utilizzo per il bene della salute e dell’ambiente.
A Chebba altre donne ci faranno conoscere due centri di sostegno ed integrazione nella società di bambini/e e ragazzi/e diversamente abili, oltre alle attività artigianali che le donne, con orgoglio, ci presenteranno, direttamente nelle loro case, per mancanza di spazi lavorativi collettivi.
Infine a Matmata, zona in cui si respira la cultura amazigh (berbera), le donne si riuniscono in una casa scavata nella roccia arenaria per organizzare progetti comuni, scambiarsi idee ed accogliere visitatori nel desiderio di conoscersi reciprocamente.