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Zanzibar: cibo e cultura

Che lingua si parla a Zanzibar?

il kiswahili e l’inglese sono le lingue ufficiali e quest’ultima è preminente nelle attività commerciali. Si parlano anche molti dialetti locali africani, che riflettono la grande varietà etnica del paese, mentre fuori dalle città e dai paesi, le poche persone che parlano inglese sono molto meno numerose di altre regioni simili del Kenya.

Si dice che il kiswahili parlato a Zanzibar sia una delle forme più pure di questa lingua e parecchi viaggiatori si recano nell’isola proprio per impararlo.

Cosa mangiare a Zanzibar?

La cucina di Zanzibar, e in generale quella tanzaniana, è molto simile alla cucina keniota, con l’unica differenza che in Tanzania al posto delle patate viene servito il matoke (banane da legume bollite) o, sulla costa, il riso.
La cucina si compone essenzialmente di pietanze ripiene con fagioli o salsa di carne. Per la popolazione locale, si tratta di cibo per la pura sopravvivenza: la massima sazietà al minimo costo.

Un piatto tipico è l’ugali, una specie di polenta di mais o manioca con riso, carne o verdura.Non mancano infatti frutta e verdure fresche, oltre che arachidi e anacardi.

Non mancano frutta e verdure fresche, oltre che arachidi e anacardi.

Nella zona costiera le specialità swahili riflettono i contatti avuti con i mercanti arabi e con altri popoli che commerciavano sulle rotte dell’Oceano Indiano; vengono infatti usate in abbondanza spezie e noci di cocco e i risultati sono di solito eccellenti.

I samosa (o sambusa) sono con ogni probabilità lo spuntino più comune: sono frittelle di forma triangolare, fritte e farcite di carne macinata speziata. Anche qui, come in Kenya, si è diffusa l’abitudine di cucinare il nyama choma (carne alla griglia), specialmente nei ristoranti con bar.

Sulla costa e nelle isole di Zanzibar e Pemba si può scegliere tra un discreto assortimento di piatti tradizionali swahili a base di pesce cotto nel cocco, con o senza spezie.

La birra nazionale è la Safari Lager mentre il liquore locale è simile al rum bianco, detto konyagi.

Quali libri leggere prima di partire per Zanzibar?

John Reader, Africa. Biografia di un continente, Mondadori, Milano 2003.
L’autore, grande viaggiatore e profondo conoscitore del continente nero, propone una biografia dell’Africa scientificamente documentata.

V. Shiva Naipaul, Alla curva del fiume, Oscar Mondadori, Milano 1995.
È il resoconto di un viaggio compiuto dallo scrittore in Kenya, Tanzania e Zambia.

AA.VV., Fiabe africane, Mondadori, Milano 1991.
Il volume raccoglie i racconti della tradizione popolare africana.

Giovanni Bellani, Grandi mammiferi africani, Mondadori, Milano 1997.
Guide illustrate alla flora e alla fauna.

AA.VV., Guida naturalistica della Tanzania, Shendene & Moizzi, 1998.

Fred Carnochan, L’impero dei serpenti, Xenia, Milano 1997.
Opera sospesa tra la favolistica e l’antropologia.

Basil Davidson, La civiltà africana, Einaudi, Torino 1997.
I sistemi sociali, le religioni, le arti, il profilo delle varie culture, le prospettive: un’immagine della civiltà africana aggiornata ai giorni nostri.

Katherine Scholes, La regina della pioggia, Sonzogno, Milano 2003.
Un romanzo in cui alla vicenda delle due protagoniste fa da sfondo la lotta per l’indipendenza della Tanzania.

Alberto Moravia, Passeggiate africane, Bompiani, Milano 2002.
Resoconti di viaggi in Tanzania e altri paesi africani.

Marco Lambertini, Safari in Africa, Muzzio, Padova 1997.
Si tratta di una utile guida al safari.

Andrea Berrini, Storie africane. Viaggio in Tanzania, EDT, Torino 2001; collana ‘Orme’.
L’autore racconta in ‘viva voce’ la realtà sociale e la vita quotidiana nel paese che in genere i turisti conoscono solo per i safari.

Mauro Burzio, Tanzania, IdeaLibri, Rimini 1995.
È un reportage che conduce a scoprire questo paese ripercorrendo la storia dalle origini alla colonizzazione europea fino alla nascita del moderno stato. Mostra lo spettacolo di una natura per gran parte protetta in parchi.

Memorie di una principessa araba di Zanzibar, di Emily Reute
autobiografia della Principessa Sayyida Salomé, figlia del Sovrano di Zanzibar Sejid Said. Salomè scappò da Zanzibar per evitare la lapidazione quando scoprì di essere incinta di un commerciante tedesco. Si convertì al cristianesimo, sposò il suo amato e cambiò il nome in Emily Reute. Questo libro permette di conoscere meglio le dinamiche delle monarchie di Zanzibar e Oman, che un tempo appartenevano ad un unico sultanato.

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