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Il blog di VeM

Oltrepò Pavese: un luogo dove rigenerarsi
Foto Italian Steps

Lombardia | Oltrepò Pavese: un luogo dove rigenerarsi

19 Giugno 2021

Un articolo a cura di Stefano Bauducco

Stefano Bauducco

Stefano ci racconta con alcune delicate immagini il nostro viaggio nell’Oltrepò Pavese, che con Italian Steps ha costruito, realizzato e testato per noi. Un viaggio fatto di tempi lenti, sapori genuini, atmosfere rigeneranti.

Il crepitio dei passi sulla ghiaia interrompe il silenzio, pian piano ci inoltriamo verso la cima del borgo, con lo sguardo ai muri delle case decorate da antichi affreschi segnati dal tempo.
L’aria profuma di gelsomino e il cielo, velato da qualche nuvoletta, completa la sensazione di benessere e di libertà.
Giunti all’antico castello ammiriamo il panorama: alle nostre spalle i severi Appennini separano questo lembo di terra da Liguria ed Emilia, di fronte l’immensa Pianura Padana e in lontananza Milano e i suoi grattacieli.
Nelle stanze del castello sono custoditi secoli di storia e qualche segreto. Al termine della visita riscendiamo nella piazza da un altro viottolo dall’irregolare acciottolato.
Lasciamo Zavattarello, percorriamo una stradina posta sul crinale della collina, a destra vigne spettinate dal venticello, a sinistra il giallo delle ginestre si alterna al viola dei campi di lavanda in fioritura. Un languorino ci avvisa che è ora di pranzo, dopo un paio di curve appare come d’incanto una trattoria. L’insegna riporta una data 1955… si mangerà bene? Non resta che provare. I tavoli sono posti nell’antica aia. Una gentile signora ci fa accomodare e con un largo sorriso inizia ad elencarci il menù. E’ un trionfo di piatti semplici ma ricchi di storia locale: i pisarei, le tagliatelle ai funghi, il risotto, i malfatt, l’ossobuco, lo stufato… l’appetito aumenta dopo questo elenco. Ordiniamo e ci portano a sorpresa un piatto con il famoso salame di Varzi e una coppa che si scioglie in bocca. Il tutto innaffiato dalla Bonarda della casa.
Dopo il pranzo ci dirigiamo verso l’agriturismo che ci ospiterà, immerso tra campi di lavanda. La proprietaria ci racconta il percorso di produzione dell’olio essenziale, dai fiori all’essenza. I fiori sono ancora un po’ chiusi ma il profumo è già intenso. La pace è assoluta in questa piccola valle, circondati dal bosco e dalle colline dalle mille sfumature.

Ma l’Oltrepò è anche uva, lo si vede subito aprendo una cartina geografica: siamo in quello spicchio di terra che ha proprio la forma del grappolo. Ogni acino è una scoperta. Non ci resta che visitare quindi una cantina. Come ogni vignaiolo che si rispetti, il giovane proprietario che accoglie, ci guida in una passeggiata tra i filari, raccontando la storia delle viti. Dalle sue parole trasuda tutta la passione e l’entusiasmo per questa terra. “Osserva i vigneti e medita sul lavoro dell’uomo”: questa frase appesa ad un melo in vigna racchiude il senso del “fare” il vino. Sorseggiare questi vini è assaporare tutto l’amore e l’attenzione messi nel produrli.
All’uscita dalla cantina un bellissimo tramonto incendia il cielo di mille sfumature, l’aria inizia a raffrescarsi.
Il meraviglioso Oltrepò ci lascia dentro colori, profumi e spazi selvaggi. Incontri con persone semplici, cordiali ed accoglienti. Un luogo dove rigenerarsi.

 

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