Il blog di VeM

Bretagna, il filo verde che ci unisce
Machines de l’Ile, Nantes. Foto di Roberto Mazzobel

Francia | Bretagna, il filo verde che ci unisce

26 Agosto 2022

Non sono i nuovi continenti che occorrono alla terra, ma gli uomini nuovi!

(Ventimila leghe sotto i mari – Jules Verne)

 

La nostra viaggiatrice Alessandra ci racconta com’è andato il viaggio zaino in spalla in Bretagna, durante l’estate 2022

8 Agosto: Parigi

È da tanto che sognavo di fare un viaggio in Bretagna, questa volta decido per un viaggio di gruppo, ma non so bene cosa aspettarmi. Mai provato questa esperienza prima, o meglio, mai viaggiato con degli sconosciuti, al di fuori della cerchia di amici e conoscenti. Credo che sarà un’avventura, per cui proviamo.
Arriviamo in ordine casuale all’hotel e una volta giunta anche l’ultima viaggiatrice, ci dirigiamo verso La Recyclerie, un locale ricavato all’interno di una vecchia stazione ferroviaria, con tanto di binari. Facciamo una cena informale, con tavoli e sedie scompagnate, studiandoci un po’: siamo una buona rappresentanza d’Italia: Nord, Sud, Ovest, Est, isole comprese :).
Poi, dopo cena, un salto sino a Montmatre, la zona dove è situato l’albergo. Poiché è in una posizione sopraelevata, si gode di una bellissima vista su Parigi. Ancora qualche giro, perché c’è tanta voglia di vacanza, così finiamo per andare a nanna tardi. Qui in Francia, infatti, c’è sole sino alle nove e mezza di sera e si perde un po’ la cognizione del tempo.
Comincia così la nostra avventura, siamo in tutto 16 compagni di viaggio, più Viola che ci accompagnerà per tutta la durata.

9 Agosto: Nantes

Dopo qualche ora di sonno, ci si sveglia presto per far colazione e partire in direzione di Nantes. Il viaggio in treno ci dà la possibilità di conoscerci meglio, chi siamo, cosa facciamo, di fare gruppo, insomma. Già è palpabile una buona alchimia, le premesse fanno ben sperare.
Al pomeriggio ci aspetta la visita al castello dei duchi di Bretagna, che in realtà è il museo della città. Qui veniamo a conoscenza che a contribuire alla crescita economica è stato un passato oscuro. Sembra quasi che gli abitanti provino sofferenza nel ricordarlo. Nantes è stata il più grande porto per il commercio degli schiavi e per il commercio triangolare: cioè con il denaro ricavato dalla tratta si finanziavano acquisti di merci esotiche, che venivano importate in Europa e rivendute. La città ha così conosciuto un’espansione molto importante.
Ad ogni modo, il museo copre un periodo davvero vasto e conviene scegliere prima quali sale vedere o quali argomenti approfondire. Infatti, la durata media della visita è di 3 ore circa. Dal mio canto, l’ho trovato un po’ disordinato, senza una vera e propria identità: all’interno di ogni singola sala del castello ci sono tavole che spiegano la vita al tempo dei duchi di Bretagna, mentre l’esposizione che vi è presentata, racconta tutt’altro. Le didascalie sono principalmente in francese e quindi non fruibili a tutti.
Dentro e fuori la città, si può seguire un filo verde, dipinto sulla strada, che porta alla scoperta dei vari angoli di Nantes. Dopo la visita al castello, zigzaghiamo un po’ seguendo questo filo e visto che è prevista cena libera, proviamo l’assaggio del famoso croque monsier.

10 Agosto: Nantes

Iniziamo la giornata con la guida Edvige, che ci racconta la storia e ci conduce, lei, attraverso le vie alla scoperta dei tesori della città.
Ci racconta della principessa Anna di Bretagna, un po’ amata un po’ odiata, dipende dai punti di vista, ovvero colei che è diventata regina di Francia e ha portato all’unificazione della Bretagna, prima indipendente, sotto la corona francese. Il simbolo della Bretagna sventola sul castello: è un ermellino, ci dice, un po’ stilizzato. Gabriella ironizza sul fatto che possa essere più la pelliccia, che l’ermellino stesso, che a vedercelo sullo stemma bisogna lavorare molto di fantasia.
C’è tempo per un po’ di acquisti, qualche biscotto (a Nantes è nata la famosa fabbrica LU dei prodotti dolciari), o qualche caramella al beurre salé, o (per i più coraggiosi) qualche latta di sardine. Ironico che sulle confezioni ci sia la scritta “En Bretagne on vit pluvieux” (cioé in Bretagna, piove sempre), forse complice il cambiamento climatico, qui è caldo come in Italia.
Al pomeriggio, visitiamo l’Ile de Nantes e le Machines de l’Ile, ovvero una “fabbrica” di enormi “strutture meccaniche” in movimento, che prendono ispirazione dai romanzi di Jules Verne, personaggio celebre di Nantes. Vediamo in azione il poderoso elefante, che con la sua proboscide ci rinfresca in una giornata particolarmente calda e facciamo un giro sul Carrousel des mondes marins, articolato su tre livelli (profonità marine, mare e mondo sommerso): noi decidiamo di calvalcare dei cavallucci marini. Peccato che il biglietto dia la possibilità di fare un unico giro, mi sarebbe piaciuto entrare nel ventre di un pesce con denti enormi… vabbè sarà per la prossima volta.
Concludiamo la giornata con la visita del borgo di Trentemout, un vecchio villaggio di pescatori con tante case colorate. Si raggiunge in battello, attraverso la Loira. Un po’ di venticello va più che bene.

11 Agosto: Rennes

Alla mattina prendiamo il Flixbus, direzione Rennes, capoluogo della Bretagna. Anche qui i posti assegnati sono misti e ancora una volta abbiamo la possibilità di conoscerci un po’ di più. Purtroppo la visita alla foresta di Merlino, la Broceliande, è saltata: anche in Francia sono alle prese con gli incendi d’estate, quindi dobbiamo organizzarci in modo alternativo. Viola si attiva prontamente e decidiamo per la visita di Rennes, nel tardo pomeriggio.
Facciamo un pranzo veloce con una baguette presa in una carinissima boulangerie (un tipico panificio, dove però si trovano in vendita anche panini, bibite e dolci vari) e con alcuni andiamo al parco Thabor, dove si trova un bellissimo roseto con tante varietà profumate.
In seguito, il percorso con la nostra guida in francese ci porta alla scoperta delle case cosiddette a graticcio, ovvero case medievali in legno, alcune delle quali ancora originali. Queste case, alte e strette, sono addossate le une alle altre per sorreggersi a vicenda. La guida ci spiega la differenza tra quelle originali e quelle ricostruite, ahimè anche qui a seguito di un grande incendio durato più giorni, e di come, per salvare l’edificio del Parlamento, si siano dovute abbattere in via precauzionale le case nelle vicinanze. Rennes è una città che ha scoperto di avere un potenziale turistico solo di recente e quindi non ancora organizzatissima.
Alla sera ci aspetta la cena tipica con le galettes (ovvero delle crepes fatte con farina di grano saraceno) e cidre (sidro), che si beve rigorosamente in piccole scodelle (per noi, molto simili a quelle dove si beve il latte, la mattina).

12 Agosto: Saint-Malo

Dopo colazione, prendiamo l’autobus verso Saint-Malo, città fondata dai corsari, cioè una sorta di “pirati legalizzati” dal re. Ci aspetta la guida per il giro, a partire dalle sue belle mura, che offrono un panorama a 360°. Ma, siccome la città ha viottoli stretti e alte case, è necessario addentrarsi all’interno per scoprire angoli unici, come la Cattedrale, costruita su livelli diversi, dove bisogna scendere dei gradini anziché salirli, come si è soliti fare, o la piazza intitolata al monaco Mac Low (o Mac Lou), venuto a evangelizzare la penisola e si pensa sia all’origine del nome della città stessa, fino alla residenza di Anna di Bretagna.
Quando la marea si ritira, facciamo una passeggiata a piedi sino all’isola del Grand-Bè, dove riposa lo scrittore Chateaubriand. I più coraggiosi fanno un bagno nell’oceano, che è freddo solo di primo acchito, poi la temperatura la si prende. Veloci però, perché la marea sta cominciando a risalire e non lascia scampo ai ritardatari. Se si vuole, si può comunque andare sul sicuro e fare un tuffo nella piscina naturale ai limiti della spiaggia che, riempita dal mare con l’alta marea, consente nuotate anche quando l’acqua si ritira.
Pranzo e cena li facciamo tutti assieme, che ormai la compagnia si è consolidata e sembra quasi di essere tra vecchi amici. Assaggiamo per la prima volta le buccine di mare (che si chiamano anche “bocconi”, sono una specie di lumaca), e poi via con le ostriche, fino ad arrivare alle moules (cozze).

13 Agosto: Mont-Saint-Michel

Ultima levataccia, in un percorso che ci ha portati a macinare circa 20 km di camminate al giorno, alla volta dell’isola di Mont-Saint-Michel. Consueto viaggio in pullman e arrivo al parcheggio che dista più o meno 2 km dall’ingresso della cittadina. Volendo mantenere la media dei passi al giorno, non prendiamo la navetta e proseguiamo a piedi.
C’è bassa marea, quindi nella baia si intravede qualche pecorella intenta a brucare, e un paesaggio davvero particolare, con il monte che mano a mano si fa più vicino e che svetta solitario in una piatta distesa. La visita della città non è molto agevole, la gente è tanta e si accalca nell’unica stradina che la percorre, rendendo difficoltoso il passaggio. La via è infatti costellata di bar, ristoranti e negozi di souvenir che contribuiscono a rendere ancora più caotica tutta la scena. Si mangia a fatica, c’è coda ovunque.
Finalmente arriva l’ora dell’escursione della baia con un’aspirante guida naturalistica: a piedi scalzi facciamo tutto il perimetro dell’isola. Noi, novelli pellegrini, scopriamo che, nonostante la bassa marea, ci sono fiumi, le sabbie mobili che fanno sprofondare sino al ginocchio, i piccoli molluschi che si trovano appena sotto il primo strato di sabbia, l’argilla e i fanghi che ci fanno fare uno scrub della pelle a gratis e ci perdiamo nei racconti della nostra guida che ci illustra la storia attraverso i vari secoli.
Rientriamo per la visita all’abbazia con l’audioguida, di circa un’oretta e mezza. Facciamo un sacco di foto, tanto i colori sono belli, resi ancor più vivi dai contrasti tra la pietra e il cielo azzurro.
Alla sera ci facciamo una coccola: noleggiamo un transfer privato per poter assistere allo spettacolo della marea, che proprio oggi ha uno dei suoi massimi annuali. Purtroppo le maree sono meno frequenti adesso, e per vedere l’isola circondata dall’acqua ci sono solo alcune manciate di giorni all’anno. Fatalità capita oggi. Top.
Di ritorno, in pullman, non si sente anima viva…

14 Agosto: Parigi

Eccoci giunti alla fine. Riprendiamo il treno da Rennes verso Parigi, poi ognuno andrà per la sua strada. Siamo un po’ tristi, ci dobbiamo lasciare. Ma ci lasciamo una porta aperta: magari in futuro, chissà.
Questi giorni sono stati davvero intensi e indimenticabili, è stato come se fossimo dei fili, ognuno con il proprio colore (o il proprio vissuto), prima di incontrarci. Una volta preso il via, questi fili si sono uniti, fino a formarne uno più spesso e poi, come il filo verde di Nantes, abbiamo assaggiato un po’ di Bretagna, e, per riprendere il pensiero di Michela, che condivo appieno, “ciascuno con la propria parte ha fatto la differenza, ha aggiunto calore e valore, rendendo quello che sarebbe stato un semplice itinerario, un’esperienza unica”.

Buona vita a tutti e… alla prossima avventura!

 

Alessandra Gagliazzo